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      - I dissensi politici fra l'Azeglio ed il Balbo da una parte e il Manzoni dall'altra si rivelarono specialmente nell'anno 1848, nel quale il Manzoni, nella terza giornata, dopo aver quasi rischiato il capo, firmando l'indirizzo dei Milanesi a Carlo Alberto, invocato in soccorso dei Lombardi, appena Carlo Alberto fu entrato in Lombardia, vide in lui più tosto un usurpatore che un liberatore; e si associò pertanto alla parte repubblicana che voleva una Lombardia indipendente. Tuttavia, i due grandi trattavano ad un modo le questioni di civile decoro. Un giorno il conte Andrea Cittadella, insigne e coltissimo gentiluomo di Padova, ciambellano dell'Imperatore d'Austria, si presentò al Manzoni per offrirgli col miglior garbo possibile una decorazione austriaca. Il Manzoni rifiutò non solo con fermezza, ma persino con una certa durezza, anzi non permise altrimenti che si continuasse un tale discorso. La Blondel aveva annunciato il caso all'Azeglio, e questi rispondeva:
      La condotta di Manzoni porterà un ribasso almeno del 25% alla partita croci; e lo vado dicendo a tutti. Un giovane assai caldo mi parlava di questo fatto in modo che avrei avuto una terribile tentazione di dire: anch'io nel mio piccolo, eccetera; ma son uscito vittorioso dal conflitto, e spero che il mio avvocato difensore potrà giovarsi di questo fatto nell'assise della valle di Giosafat." Questi uomini dunque, che forse non si amavano molto, erano invincibilmente legati l'uno all'altro da un mutuo rispetto, fondato sopra la stima leale delle loro reciproche eccellenti qualità morali.


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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