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      Sotto l'orrida verga starà.
      O giornate del nostro riscatto!
      O dolente per sempre coluiChe da lunge, dal labbro d'altrui,
      Come un uomo straniero le udrà!
      Che a' suoi figli narrandolo un giornoDovrà dir, sospirando: "Io non v'era;"
      Che la santa vittrice bandieraSalutata in quel dì non avrà.
     
      Notiamo, tuttavia, come ci sembri molto probabile che l'ultima strofa sia stata composta dal Manzoni tra il poetico furore delle Cinque gloriose Giornate di Milano.
      (57) Un opuscolo tedesco intitolato: Interesse di Goethe per Manzoni fu tradotto per cura dell'Ugoni in italiano. Ma alle notizie contenute in quell'opuscolo conviene premettere le poche parole che si trovano negli Annalen del Goethe, le quali non mi ricordo che siansi finqui citate dai biografi del Manzoni, neppure del Sauer. Raccogliendo dunque il Goethe nella memoria i casi principali della sua vita, nell'anno 1820, scriveva: "Quanto alla letteratura straniera, io m'occupai del Conte di Carmagnola. L'amabilissimo autore Alessandro Manzoni, un poeta nato, per avere infranta la legge di unità di luogo, fu da' suoi concittadini accusato di romanticismo, sebbene de' vizii di questo non se ne sia appigliato alcuno a lui. Egli s'attenne al procedimento storico; la sua poesia prese un carattere interamente umano; e sebbene egli indugi poco nelle metafore, i suoi voli lirici divennero gloriosi come gli stessi critici malevoli furono costretti a riconoscere. I nostri buoni giovani tedeschi potrebbero vedere in lui un esempio per mantenersi naturalmente in una semplice grandezza; ciò servirebbe forse a trattenerli da ogni falso trascendentalismo.


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Alessandro Manzoni
Studio biografico
di Angelo De Gubernatis
Le Monnier Firenze
1879 pagine 296

   





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