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      E infatti, questa è una conseguenza inevitabile del sistema seguìto finora, di subordinare il concetto dell'agente attivo a fenomeni secondari, modificandolo volta per volta a seconda dei punti di vista speciali o dei fenomeni particolari che giorno per giorno possono venire in luce.
      Evidentemente il punto di partenza per lo studio dell'etere deve essere un altro: vi ha infatti in natura un fenomeno assai più importante di qualsiasi altro, inseparabile, essenziale dei corpi e di tutta la materia: tale fenomeno è l'attrazione. La luce è in suo confronto un fenomeno affatto secondario e quasi accidentale, che richiede condizioni particolari di una data temperatura della materia e che dipende da vibrazioni speciali forse molto complicate dell'etere: lo stesso dicasi del calorico raggiante, dell'elettricità o del magnetismo, che a loro volta richiedono condizioni speciali di un corpo caldo o elettrizzato, ecc.
      Il problema deve essere risolutamente posto nei suoi veri termini senza preoccuparsi dei fenomeni secondari: come agisce l'etere per dare origine all'attrazione e come deve essere perciò costituito.
      Trovata una risposta soddisfacente a tale domanda, la spiegazione del rimanente sarà forse più facile.
      La teoria meccanica deve esserci di guida per tale indagine.
      Per quanto sia in uso, parlando dell'etere, valersi del termine fluido, si comprende come debba esservi una differenza assai marcata fra un fluido qualunque liquido o gazoso e l'etere, e tale differenza dipende, oltre che dall'estrema, infinita tenuità dell'etere, dal suo carattere fondamentale, che consiste nella completa indipendenza dalle leggi della gravità e dell'attrazione, dipendendo tale forza dall'etere stesso da cui è generata.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268