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      L'etere propaga, oltre l'attrazione, anche la luce, ma i due fenomeni devono essere bene distinti. Nel caso della trasmissione della luce e del calore, l'etere non è che un agente passivo, poichè la luce emana dal corpo luminoso, comportandosi l'etere in modo analogo all'aria quando trasmette il suono, cioè le vibrazioni di un corpo sonoro. Invece nel caso dell'attrazione, il fluido che figura di essere il propagatore è in realtà l'agente attivo, il generatore dell'attrazione, la quale si riduce puramente ad una spinta dell'etere.
      Ciò non corrisponde invece al concetto volgare convenzionale dell'attrazione. Supposto infatti che l'attrazione sia una forza propria della materia, l'etere interposto fra due corpi che si attraggono, dovrebbe agire, per intendersi con un'immagine materiale, alla guisa di una corda tesa, mentre la forza di attrazione che si suppone risieda nella materia costituente i corpi, si potrebbe paragonare ad un argano a cui si avvolga la corda per avvicinare i due corpi. Nel caso della gravità la forza che abbiamo paragonata all'argano risiederebbe nell'interno della Terra, e siamo infatti tanto abituati a considerare che la forza di gravità che determina la caduta dei corpi risieda realmente nella Terra, che il paragone della corda tesa e dell'argano ci dà realmente la fedele immagine del fenomeno della gravità, come s'intende comunemente.
      Ma tale concetto è però, come s'è detto, completamente errato: la forza d'attrazione non risiede nei corpi e così pure dicasi della gravità, la quale non risiede nella massa della Terra.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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