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      Analogamente le velocità oltre un certo limite ci riescono incomprensibili.
      Col nostro sguardo noi non possiamo abbracciare una distanza di un chilometro e perciò, una misura di pochi chilometri ci pare già grande.
      La velocità di 300 mila chilometri per secondo calcolata per la luce, è per noi già una misura tanto grande, che quasi diventa l'estrema concessione che il nostro istinto fa alla scienza ed ai suoi calcoli.
      Ma tale misura sbalorditiva si riduce a proporzioni ben modeste, quando si consideri rispetto alle distanze stellari.
      Infatti la luce impiega ben 8 minuti primi circa, a percorrere la distanza che ci separa dal Sole: dalle stelle può impiegare diecine e centinaia di anni e da qualche nebulosa lontanissima anche qualche millenio.
      Ecco adunque che con tali rapporti, la velocità della luce riducesi ad una misura anche troppo modesta, tanto che nelle misurazioni astronomiche si prende spesso per unità di misura l'anno luce, che corrisponde ad una distanza, rappresentata dal prodotto dei trecentomila chilometri percorsi in un secondo di tempo dalla luce, moltiplicati pel numero dei secondi di un anno, pari a 31.104.000 × 300.000 chilometri.
      È ovvio infatti pensare che l'agente che domina e governa l'Universo, mantenendo il legame per le sue infinite distanze, abbia una velocità ben maggiore della luce, sebbene vi sia il preconcetto che nessuna azione che si propaga attraverso l'etere possa superare tale velocità.
      Infatti nessuna manifestazione conosciuta che si propaghi mediante vibrazioni attraverso l'etere, supera la velocità di 300 mila chilometri per secondo, misurata per la luce.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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