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      Ma già a questo proposito, nella prima edizione di questo lavoro, senza entrare a fondo di tale argomento, accennai che la velocità di propagazione dell'attrazione doveva ritenersi almeno pari alla velocità della luce, ma che fosse da ritenersi molto maggiore, pel fatto che la luce dipende da una vibrazione secondaria, quasi accidentale, probabilmente complicata, provocata dall'azione di un corpo luminoso, mentre la gravitazione non è che una manifestazione diretta delle vibrazioni semplici, innate dell'etere, senza la minima alterazione e che rappresentano la forma più semplice dell'energia e del movimento.
      Ora però dopo quanto abbiamo veduto nei capitoli precedenti comprendiamo benissimo come sia ormai fuori di luogo il parlare di velocità della gravitazione, sapendo benissimo per qual ragione la sua azione sia istantanea. Si comprende anche che se è giusto ed esatto parlare di irradiazioni luminose e calorifere, è fuori di luogo e improprio invece parlare di irradiazioni gravitative che non esistono.
      La gravitazione nasce spontaneamente conforme la teoria meccanica da noi esposta, nel luogo stesso dove trovasi il corpo considerato come attratto, per una spinta a tergo dovuta ai movimenti cinetici delle particelle elementari dell'etere, i quali movimenti cinetici sono in parte eliminati nello spazio interposto fra il corpo attraente e attratto.
      Quando si parla adunque di velocità dell'etere deve intendersi soltanto la velocità delle singole particelle che indipendentemente le uno dalle altre percorrono traiettorie rettilinee in tutti i sensi, senza alcuna influenza reciproca o altre influenze estranee che non possono esistere.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268