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      L'etere rispetto ai corpi in movimento si deve considerare immobile nell'assieme della sua massa, mentre le singole particelle che lo costituiscono si muovono indipendentemente le une dalle altre, in ogni senso, penetrando liberamente entro la compagine degli aggregati materiali, senza alcun limite e con velocità praticamente infinita. Avverranno naturalmente degli urti contro le particelle della materia costituente il corpo, urti che potranno essere nello stesso senso od in senso contrario ai movimenti propri delle particelle materiali. Ma è chiaro che rispetto all'etere così concepito, non ha alcuna importanza che il corpo sia fermo o si muova anche pure con notevole velocità, come è il caso dei pianeti negli spazi, poichè tale velocità considerata rispetto alla velocità infinita delle singole particelle dell'etere, equivale a zero, sia che si vogliano considerare in moto nella direzione stessa, o sia nel senso contrario del corpo in movimento. Ecco perchè gli astri non devono incontrare resistenza nei loro movimenti.
      Reciprocamente poi, si può dire che la mancanza di resistenza degli astri negli spazi viene indirettamente a comprovare la velocità infinita dell'etere come l'unica spiegazione possibile.
      E quando diciamo astri, non dobbiamo intendere soltanto le stelle od i pianeti, ma anche le tenuissime comete o le nebulose, costituite, a quanto sembra, di gas rarefatissimi, i quali per la loro estrema rarefazione dovrebbero risentire nei loro rapidi movimenti la menoma resistenza dell'ambiente.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268