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      In pratica, naturalmente, si è ben lontani dal raggiungere tale risultato.
      In certi casi può aver luogo una vera saldatura e ciò può verificarsi, p. es., comprimendo fortemente un metallo molle come il piombo contro un piano d'acciaio perfettamente levigato: la separazione in tal caso non si potrà fare senza strappare delle particelle che rimangono saldate nel piano.
      Anche sovrapponendo le une alle altre delle lastre di vetro perfettamente piane e levigate senza la cautela di separarle con fogli di carta, possono verificarsi in qualche punto delle vere saldature, per modo che le lastre non si possono separare che facendole saltare a pezzi.
      Infine colla coesione si spiegano i processi di metallizzazione come è il caso dell'argento e del rame, ecc. che si fanno aderire al vetro o sopra altri metalli, non solo, ma colla coesione si vorrebbero spiegare anche i processi della tintura.
      Dopo tale spiegazione, per avere un'idea della forza di coesione, prendiamo per base il coefficiente di rottura del filo di acciaio che, come abbiamo veduto, è di chilogrammi 120 per millimetro quadrato, e supponiamo che la distanza che separa una molecola da un'altra dell'acciaio, sia di un decimilionesimo di millimetro; supponiamo anche, che le leggerissime ed invisibili scabrosità esistenti sulle faccie levigate di due piani che sono a contatto, rappresentino una distanza media fra le molecole di una superficie e quelle dell'altra, di un decimillesimo di millimetro.
      Tale distanza, assolutamente impercettibile, è pure enorme in confronto della distanza che abbiamo supposta, fra molecola e molecola nella massa del corpo, essendo mille volte maggiore.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268