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      Per tali ragioni, mi sembra che l'ipotesi perda gran parte del suo valore, quando non si voglia limitare il fenomeno della contrazione solare al solo involucro esterno indubbiamente gazoso, dovendo escludersi che vi partecipi il nucleo, perchè troppo denso e probabilmente liquido.
      In questo caso, l'effetto utile risultante dal restringimento, per la piccola quantità della massa solare che vi partecipa, sarebbe assai piccola. In tal caso l'ipotesi, anche se vera, non basterebbe a dar ragione che di una piccola parte del calore irradiato dal Sole.
      Non è, in qualunque caso, nè anche ammissibile, io credo, che possa il fenomeno del restringimento, prolungarsi fino a che il Sole raggiunga la metà dell'attuale diametro e una densità otto volte maggiore.
      Tutto considerato, credo si possa concludere che l'effetto della concentrazione solare è, nella migliore ipotesi, ben lontano dal compensare l'energia perduta.
      Molti astronomi, fra i quali il Padre Secchi (Le Soleil, p. 275 e seg.), fra la varie cause a cui si possa attribuire la costanza della temperatura del Sole, mettono in prima linea, l'azione chimica fra gli elementi che lo compongono.
      Per l'enorme eccesso di temperatura, probabilmente non esiste in condizione stabile alcuno dei composti che possono risultare dall'unione di uno o più elementi, trovandosi questi a contatto e mescolati allo stato chiamato di dissociazione. Questa condizione si verifica anche nei laboratori, potendosi, a determinate temperature, tenere in presenza due elementi che abbiano grande affinità chimica, senza che abbia luogo la combinazione.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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