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      Evidentemente però con la conclusione del Faye, la difficoltà è soltanto girata, poichè la Terra in ogni caso proviene dalla primitiva nebulosa solare, per la quale si sarebbe già fissata una massima durata complessiva molto al disotto delle esigenze dei periodi geologici.
      E poi, è ammissibile che intere epoche geologiche, forse le più lunghe della storia del nostro pianeta, lunghe cioè molti milioni d'anni, abbiano potuto svolgersi nelle tenebre e senza il concorso dell'astro centrale?
      Questo mondo tenebroso come una gigantesca fungaia, che abbia vissuto, come un letto caldo, del solo calore centrale, non persuade affatto. La luce è necessaria per la maggior parte degli organismi, quanto il calore; per i vegetali specialmente a clorofilla che vivono, si può dire, di luce.
      Per non parlare che delle enormi vegetazioni dell'epoca carbonifera, nella quale la terra fu quasi coperta da una ininterrotta foresta, a cui possono forse appena paragonarsi le attuali foreste tropicali, come si possono ammettere tali vegetazioni lussureggianti con un Sole nebuloso senza luce e senza calore, mentre è più naturale l'ammettere che invece si trovasse in uno stadio di maggiore attività e di maggior luce?
      E poi se la vita del Sole sembra troppo breve per aver potuto fornire l'energia per un così lungo periodo della storia del nostro pianeta, come mai la Terra, che è di tanto più piccola del Sole, avrà potuto supplirvi? Ammesso che il calore centrale trasmesso attraverso la crosta abbia potuto in sui primordi mantenere la vita sulla Terra, ben presto l'ispessimento della crosta stessa lo avrà impedito.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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