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      Non si deve ad ogni modo perdere di vista che il problema dell'energia solare deve essere considerato non soltanto dal punto di vista della quantità, cioè della somma di energia sviluppata, ma specialmente dal punto di vista della forma con la quale tale energia si manifesta e si svolge.
      Infatti le protuberanze solari, che costituiscono il fenomeno più appariscente della grande attività del Sole, sono, come sappiamo, dei giganteschi getti di vapori metallici e di gas lanciati fuori dalla superficie dell'astro con velocità che si calcolano di 4 a 500 chilometri per secondo e per altezze di centinaia di migliaia di chilometri.
      Si hanno velocità adunque che possono raggiungere e superare 600 volte la velocità massima di una palla di fucile, e dato che si verifichino nel Sole le medesime condizioni favorevoli che si realizzano nelle canne di fucile, dovrebbe esistere un esplosivo solare della potenza di non meno di 300000 volte quella delle nostre polveri, poichè l'energia richiesta deve ritenersi proporzionale al quadrato della velocità. Bisogna inoltre tener conto che la velocità originaria delle protuberanze solari deve ammettersi ancora molto maggiore, poichè avendo origine nell'interno del Sole, devono vincere da prima la resistenza della massa solare e della densa atmosfera, oltrechè della forte gravità.
      Già l'Arrhenius, come abbiamo or ora veduto, tentava di spiegare l'origine delle protuberanze con la presenza di esplosivi solari, che calcolava di almeno un milione di volte più energici della nostra dinamite, ed ora più recentemente36 ricorse alla radioattività, per spiegare l'origine di tali esplosivi.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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