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      Verso l'equatore, data la grande velocità per la forza centrifuga, si manifesterebbero movimenti vorticosi a cui sarebbero dovute le macchie solari, le quali di conseguenza non potrebbero manifestarsi che in una zona limitata ai due lati dell'equatore. La graduale diminuzione della velocità angolare delle macchie dall'equatore verso i poli sarebbe una conseguenza del movimento dell'atmosfera solare trascinata passivamente dall'astro interno.
      Ammessa l'esistenza di un nucleo liquido, le protuberanze solari potranno ritenersi dipendenti da esplosioni in causa delle quali porzioni di materia liquida verrebbero lanciate in alto attraverso ed al di fuori della fotosfera, sollevandone i gas luminosi.
      In tal modo le fiamme sarebbero specialmente costituite dai gas della fotosfera, ma potrebbero anche provenire dal materiale liquido o solido stesso lanciato in alto, il quale per l'eccesso di temperatura e per la diminuzione di pressione che risente nella salita, si dissolverebbe rapidamente, lungo la traiettoria, in vapore. Da ciò potrebbero avere origine i vapori metallici che si riscontrano specialmente verso la parte inferiore delle protuberanze e che avrebbero origine dal nucleo.
      Perciò quelle enormi velocità di ascensione, osservate nelle protuberanze, potrebbero essere superate dalle porzioni non gazose, le quali non giungendo in tempo a volatilizzare lungo il percorso verrebbero in qualche caso lanciate negli spazi per non più ricadere.
      Tale spiegazione darebbe ragione all'opinione di coloro che attribuiscono l'origine dei bolidi e dei meteoriti alle eruzioni solari, nel qual caso il Sole sarebbe piuttosto in condizione di perdere materia anzichè di acquistarne, come ammetterebbe l'ipotesi meteorica.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





Sole