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      In tal caso il Sole non si comporterebbe come un corpo qualunque che viene liberamente attraversato dalle vibrazioni dell'etere, senza che quasi subiscano trasformazione alcuna, ma invece nella massa solare le vibrazioni verrebbero in gran parte ad esaurirsi.
      Qui anzi sta, secondo me, la chiave vera dell'enigma solare. Il nostro pianeta è senza dubbio caldissimo nel suo interno, ma l'esistenza di tale calore non sarebbe quasi avvertita se non fosse specialmente manifesto dai limitati fenomeni vulcanici che qua e là si rivelano alla superficie. Per il Sole le condizioni sono ben diverse, poichè oltre alla temperatura esterna a più migliaia di gradi, una grande esuberanza di energia si manifesta con le violenti eruzioni che incessantemente agitano la totalità della sua superficie, al pari dell'acqua di una caldaia in ebollizione, pel gran fuoco mantenuto nel focolaio.
      Il problema dell'energia solare non è soltanto di quantità: si crede di avere risolto il problema dicendo: che il Sole emana ogni anno tanto calore, che può essere compensato col semplice restringimento del suo diametro di tante centinaia di metri: ma un simile processo, che corrisponde infine allo spontaneo raffreddamento di un corpo caldo, cui sia tolto ogni alimento di nuovo calore, non spiegherebbe la persistenza delle manifestazioni esterne, come non sarebbe spiegabile nè ammissibile che la caldaia, a cui abbiamo paragonato il Sole, continuasse a bollire, sebbene mancasse il fuoco nel focolaio.
      Perciò i fenomeni solari non possono spiegarsi per un semplice raffreddamento e da nessuna delle ipotesi che ammettono processi lenti e graduali, diffusi nella sua massa, ma soltanto con una adeguata sorgente interna che possa corrispondere al focolaio della caldaia.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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