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      Ben poche delle sostanze solide a noi conosciute sulla Terra presentano densità così bassa e si dovrebbe perciò ammettere l'esistenza di qualche nuova sostanza leggerissima o supporre che quei pianeti siano interamente scoriacei e spugnosi come la pomice dei nostri vulcani.
      Ma ecco appunto che la nostra ipotesi può venire in aiuto, quando si tenga conto del grande volume e della grande massa che presentano in confronto della Terra tutti i pianeti maggiori, per i quali la spiegazione che abbiamo dato per Giove può valere perfettamente.
      Infatti anche Urano e Nettuno, che pur sono di proporzione limitata in confronto ai due giganti, Giove e Saturno, per il loro spettro e per la viva luce che da essi emana non ostante la grande distanza dal Sole, si ritiene che siano per sè stessi luminosi, che si trovino cioè ad alta temperatura anche alla superficie, e così si viene alla conclusione che tutti i pianeti maggiori, in causa della rilevante massa, si conservino allo stato incandescente.
      In conseguenza di ciò le sostanze volatili, principalmente l'acqua, non possono mantenersi allo stato liquido per formare i mari come nel caso della Terra, ma devono mantenersi allo stato gazoso o nuvoloso per costituire, insieme ai gas più volatili, una densa atmosfera che involge per un alto strato tutto intorno il globo incandescente solido o liquido.
      Basta poi immaginare che nei grandi pianeti, come Giove e Saturno, i gas ed i liquidi volatili che ne costituiscono le rispettive atmosfere si trovino nella necessaria quantità e cioè in proporzione maggiore che sulla Terra, per comprendere come le atmosfere stesse possano avere spessori assai rilevanti.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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