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      Anche dall'effetto di una simile caduta bisogna distinguere quello diretto meccanico non duraturo, prodotto dall'urto, dal quale dobbiamo nella nostra ipotesi prescindere, dall'effetto indiretto e durevole, determinato dall'aumento fortissimo della massa solare.
      Con l'aumento della massa solare si verificherà un corrispondente aumento della sua attività, e analogamente a quanto forse accidentalmente potrà avvenire nei più violenti parossismi dipendenti da altre cause, potranno aver luogo distacchi di porzioni notevoli di materiale, che si dissolveranno nello spazio.
      Ma forse un aumento soverchio della attività solare potrebbe indurre un radicale mutamento nelle manifestazioni dei fenomeni che caratterizzano lo stato presente.
      Infatti, dato che il Sole sia liquido nel suo nucleo, se si verificasse una eccessiva prevalenza nella sorgente di energia, la parte liquida dovrà gradatamente diminuire fino a scomparire affatto. In tali condizioni non dovrebbero più aver luogo quegli sconvolgimenti e quei getti che hanno la loro ragione di essere nel nucleo liquido.
      In tale stadio gazoso si ammette dagli astronomi che già il Sole sia passato: doveva essere allora un globo assai più grande, ma tranquillo, meno luminoso e meno caldo.
      Se si considera come agisca l'etere quando attraversa colle sue vibrazioni la materia e come si sviluppi calorico dagli attriti, come abbiamo già accennato, è da ritenere che l'effetto degli stessi debba aumentare colla densità della materia e così, massima nei corpi solidi o liquidi, sia minore nei gas e forse trascurabile se i gas sono molto rarefatti.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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