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      Perciò la scomparsa del nucleo liquido nel Sole porterebbe con sè una fortissima diminuzione nello sviluppo del calorico determinato dall'etere.
      Per le stesse ragioni, quando il Sole era completamente gazoso, doveva essere un astro tranquillo, meno caldo. Fu solo quando comparve il primo nucleo liquido che incominciarono a manifestarsi quelle violente correnti ascendenti e le esplosioni per l'eccesso di temperatura del centro. Per tali fenomeni che caratterizzano lo stato presente, la superficie del Sole non è più unita e tranquilla e velata dalle nubi fredde, ma tutta irta delle protuberanze che portano alla superficie e lanciano fuori di questa la materia ed i gas caldissimi del centro, mantenendo costantemente agitata e luminosa la superficie.
      Così ora venendo ad una conclusione, la nostra ipotesi ci ha condotto a considerare tre casi possibili nelle condizioni future del Sole:
      Il calore prodotto dall'azione dell'etere fa attualmente o farà presto o tardi equilibrio alla perdita subìta dall'irradiazione e di tale stadio, che può ritenersi come preponderante nelle stelle, può ammettersi una durata indefinita, o pure: per la caduta di materiali che ne aumentino la massa, l'attività solare potrà subire un forte aumento e in tal caso, per la soverchia violenza delle sue eruzioni, una parte forse notevole della massa solare potrà staccarsi o dissolversi, quando invece non si verifichi il caso della completa scomparsa del nucleo liquido, col ritorno del Sole allo stato interamente gazoso.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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