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      Si avrebbe con ciò una spiegazione delle stelle doppie o multiple, la cui formazione sarebbe stata determinata dalla soverchia grandezza dell'aggregato di materia originario.
      Con tale spiegazione, si comprenderebbe forse meglio la grande prevalenza delle stelle bianche, le quali rappresentando il massimo possibile della materia aggregata, dovrebbero considerarsi presso a poco tutte di massa uguale.
     
     
      CAPITOLO V.
      L'ipotesi dell'etere applicata alle nebuloseed alle stelle.
     
      Dopo la lunga analisi da noi fatta della proprietà dell'etere e le varie ipotesi da noi tentate per spiegare le azioni molteplici di tale agente, al quale sarebbero dovute l'origine e la conservazione dell'energia dell'Universo e probabilmente l'origine stessa della materia, proseguendo nella via di induzioni e di ipotesi, vediamo se si possa penetrare l'arcano di quei misteriosi corpi celesti, quali sono le nebulose, la cui storia sembra collegarsi colla storia delle stelle e di tutti i sistemi.
      All'analisi spettrale le nebulose si riscontrano costituite di materiale prevalentemente gazoso; ad ogni modo o gas o pulviscolo, risultano di materiale estremamente rarefatto.
      Il Faye52, per dare un'idea della rarefazione delle nebulose, suppone che la materia costituente il Sole sia disseminata in una sfera di raggio uguale a 10 volte il raggio dell'orbita di Nettuno, ciò che corrisponde a 64.500 volte il raggio del Sole, essendo il raggio dell'orbita di Nettuno pari a 6450 volte il raggio solare.
      Diffusa in questa immensa sfera, la materia solare, che ha attualmente una densità media di 1.4 volte l'acqua, avrebbe una densità media pari a 64.5003 volte più piccola.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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