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      Con tale estremo grado di rarefazione, le particelle della materia nebulare essendo poste ad una distanza pari a 64.500 volte l'attuale, conserveranno ancora qualche rapporto sensibile fra di loro?
      È da dubitare, poichè in tali condizioni, l'attrazione che tiene unite fra di loro le singole particelle, riducendosi nel rapporto del quadrato delle distanze, sarà 64.5002 cioè 4.160.250.000 di volte minore (oltre 4 miliardi di volte minore).
      Per un paragone, un corpo gazoso che abbia una densità 1000 (mille) volte minore della densità allo stato solido, non ha la particella che 10 volte più allontanata e l'attrazione nello stato gazoso fra la singola particella sarebbe 502 53cioè 100 volte minore soltanto, dell'attrazione allo stato solido.
      Anche se il paragone di Faye non è rigorosamente esatto, non vi ha dubbio tuttavia che la materia della nebulosa, salvo nei nuclei di concentrazione, è di un'estrema rarefazione, tanto che essendo le singole particelle che la costituiscono molto discoste le une dalle altre, possono considerarsi inerti e soltanto obbedienti ad una tenuissima infinitesima attrazione che le richiama verso la massa centrale della nebulosa. Si potrà ammettere che abbia luogo una lentissima caduta che potrà richiedere forse milioni d'anni. per raggiungere un effetto sensibile nella concentrazione della nebulosa. Bisogna ad ogni modo escludere che tale concentrazione possa influire comunque sulla sua temperatura che deve ritenersi freddissima.
      Esclusa quindi l'incandescenza, da quale altra causa potrà dipendere la luce delle nebulose?


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





Faye