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      Naturalmente tali particelle di etere devono considerarsi come rese schiave e imprigionate e perciò non sono più paragonabili a quelle completamente libere, e sebbene dell'identica natura dell'etere, rappresentano già la vera materia, perchè costrette ad ubbidire alle sue leggi.
      Materia ed etere sono la stessa cosa; ma l'uno rappresenta l'agente universale interamente libero a sè stesso e con tutta la forza innata, l'altra sarebbe lo stesso etere reso schiavo, costretto nei suoi movimenti in limiti angusti e determinati.
      A tale concetto non si oppone la teoria elettrica della materia con la quale anzi, come abbiamo veduto, si giunge senz'altro alla conclusione che gli elettroni che corrispondono alla particella elementare attiva della materia, non siano che piccoli vortici di etere.
      Ammesso ed accettato adunque che la materia non sia che etere concentrato, potrà dirsi assurda la domanda: È la materia sempre esistita? non si potrebbe immaginare che tutte le particelle dell'etere imprigionate, costituenti la materia, fossero un tempo libere e che della materia nulla esistesse? Le particelle dei corpi potrebbero ancora dissolversi e ritornare libere nell'oceano infinito dell'etere? La materia composta per così dire dal nulla ritornerebbe nel nulla, o più propriamente nell'infinito?
      Questo concetto dell'origine della materia, si potrà applicare ad nuova teoria delle nebulose.
      L'ipotesi di Laplace e tutte le altre ipotesi cosmogoniche partono dalla nebulosa bella e formata, ma non possono fare un passo indietro per trovare come sia stata originata tale nebulosa e come sia originata l'energia iniziale accumulata nella stessa, dalla quale trarrebbero origine tutte le fasi successive di sviluppo, fino alla supposta estinzione finale dei sistemi: è l'eterno problema sempre insoluto.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





Laplace