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      Ebbene: non potrebbero le nebulose essere materia in formazione, etere in eccesso che vada lentamente accumulandosi per rimanere imprigionato?
      Date, forse, circostanze speciali, negli spazi immensi nei quali l'etere vibra senza posa, forse per qualche nodo delle onde eteree o per qualche fenomeno paragonabile alle interferenze delle onde sonore e luminose, potranno verificarsi degli ingorghi, degli accumulamenti eccessivi di particelle di etere, le quali perdendo a poco a poco l'eccesso della loro forza iniziale, che verrebbe assorbita dall'etere libero, e modificando i loro movimenti, finiranno per rimanere imprigionate.
      A tale intimo lavorìo, a questa specie di lotta fra le particelle libere e quelle che a poco a poco vengono imprigionate, si potrà attribuire l'origine della luce delle nebulose: anzi, propriamente, iniziandosi la materia colla formazione degli elettroni, sembra di dover senz'altro attribuire la luminosità a fenomeni elettrici.
      È noto l'esperimento di fisica con una lamina metallica ricoperta di finissima sabbia. Facendo vibrare con un arco di violino tale lamina, si può vedere che la sabbia si dispone sopra certe linee simmetriche e regolari che vengono dette linee nodali. Si formano in tal modo, variando le vibrazioni, disposizioni differenti di tali linee con disegni svariatissimi.
      Questo esperimento potrebbe avere qualche analogia col modo di comportarsi dell'etere negli spazi, quando invece, come già dicemmo, non si tratti di fenomeni paragonabili alle interferenze, le quali del resto devono avere analogia colla vibrazione della lamina.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268