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      L'effetto di tale caduta, cioè il riscaldamento, aumenterà rapidamente in causa dell'aumento della massa centrale, fino a raggiungere lo stato liquido dovuto all'eccesso della pressione.
      La sfericità del nucleo, come nel caso del Sole, è una condizione dello stato liquido, essendochè soltanto la forma sferica offre l'equilibrio ad una massa liquida isolata nello spazio, all'infuori della influenza esterna. Perciò la forma sferica dei pianeti come la Terra, è una prova che in origine essi furono liquidi e per conseguenza tali ancora devono ritenersi nel loro interno, non ostante l'opinione opposta di qualche moderno astronomo.
      L'effetto dell'azione calorifera dell'etere, per la resistenza offerta dalla materia, non può, nel nuovo astro in formazione, verificarsi con qualche efficacia che in ritardo, specialmente quando il nucleo incomincierà ad assumere lo stato liquido. Da questo momento la progressione della temperatura non può essere che molto rapida per le due cause riunite, della caduta di sempre nuovo materiale e per l'azione dell'etere che sarà sempre in aumento fintanto che aumenterà la massa del nucleo.
      Ma ciò avrà un termine colla cessazione del contributo meteorico al nucleo, cioè quando tutto il materiale della nebulosa si sarà agglomerato e da quel punto avrà principio il lento raffreddamento che continuerà fino a che sarà raggiunto lo stato d'equilibrio fra il calore irradiato e quello generato dall'etere. Tale stato di equilibrio, come già abbiamo veduto, è forse ormai raggiunto dal nostro Sole e forse da molte stelle, e deve ritenersi di durata indefinita.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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