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      In realtà conviene confessare come riesca inesplicabile una tale rigorosa uniformità di clima, di umidità, di luce e di suolo, dall'equatore al polo.
      Sono piccoli e grandi depositi sparsi in ogni località della Terra, dalla Bolivia agli Stati Uniti, al Canadà; in Cina, nel Giappone, Africa Australe, al Polo Sud, Europa, Inghilterra, Spitzberg, Groenlandia, ecc.: tutti di una uniformità meravigliosa per caratteri stratigrafici, fisici e fossiliferi, quasi provenissero da un unico immenso deposito, rotto, sparso a brandelli in ogni parte del globo.
      Ma se ciò fosse realmente? Se i depositi carboniferi fossero stati deposti sotto le zone calde e poi siano stati rotti e dispersi fino ai poli per qualche forza finora ignota?
      Secondo le vecchie teorie geologiche, la conformazione dei continenti e delle montagne, cioè tutta l'orografia terrestre era attribuita ai sollevamenti, causati dalle forze interne delle masse ignee della Terra. Più tardi la teoria dei sollevamenti fu abbandonata per lasciar posto all'altra teoria, ormai accettata universalmente, che attribuisce la formazione delle montagne ad una causa che si può dire opposta, dipendente dal graduale raffreddamento della Terra, la quale diminuendo di volume si raggrinza alla superficie. Si formerebbero in tal modo delle pieghe analogamente a quanto si verifica, per esempio, in una mela, che per l'evaporizzazione dei succhi si raggrinza all'esterno, e le pieghe della superficie del globo sarebbero appunto le montagne, i rilievi dei continenti e le depressioni degli oceani.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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