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      Il liquido lavico in perenne movimento, raffreddandosi alla superficie, avrà incominciato a formare delle croste di scorie galleggianti, trasportate costantemente verso i poli come i ghiacci alla deriva, formandosi così due calotte solide sempre più grandi, che avranno finito per congiungersi verso l'equatore.
      Quando poi tutta quanta la superficie della sfera sarà stata coperta dalla crosta, le correnti laviche sottostanti non avranno per questo cessato di funzionare, poichè l'azione raffreddatrice dell'irradiazione verso gli spazi e la differente azione riscaldatrice del Sole fra l'equatore ed i poli, anche se attenuate per la presenza della crosta coibente, esisteranno sempre.
      Ecco dunque il fatto che dobbiamo constatare: l'esistenza di grandi correnti laviche dirette dall'equatore ai poli, in perenne attività, fino dalle prime origini del nostro pianeta, e, data la capitale importanza che tali correnti devono aver avuto nella genesi della Terra, è da stupire come finora non siano state, non dirò studiate, ma nemmeno, ch'io mi sappia, intraviste o immaginate da alcun geologo.
      Data l'esistenza di queste grandi correnti sotto la crosta solida, si potranno forse meglio spiegare fenomeni e accidentalità della superficie terrestre, poichè siamo certo di fronte ad una grande forza tellurica di cui finora non si era tenuto conto.
      I ghiacci che coprono i mari polari, trasportati dalle correnti o dai venti, quando s'incontrano, o quando trovano un ostacolo, formano le dighe di pressione, cioè accavallamenti di blocchi di ghiaccio che raggiungono talvolta l'importanza di piccole colline.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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