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      Che possano esservi state epoche glaciali anche nelle più antiche età geologiche, si può ammettere benissimo, anzi meglio, accettando la mia tesi, poichè essa ammette che i climi terrestri, secondo le varie latitudini, siano stati anche in passato non molto dissimili dal presente, mentre con un clima tropicale uniforme per tutto il globo, generalmente ammesso dai geologi, la formazione dei grandi ghiacciai sarebbe stata impossibile.
      La spiegazione che i depositi carboniferi siano giacimenti di delta, prodotti da vegetali fluitati, non è nuova, specialmente per dare ragione dell'alternanza dei letti di carbone con gli strati di sabbia, ma si comprende che possa valere solo nel caso di certi depositi di estensione limitata, come sarebbe il caso delle ligniti di Valdagno o della Val d'Arno, ma non certo quando si tratti di vasti bacini carboniferi come, p. es., quello dell'Europa centrale, i cui strati, quasi sempre con una regolarità sorprendente, si possono seguire senza interruzione in Germania, Belgio, Francia, congiungendosi probabilmente ai bacini inglesi, o quando trattasi di altri bacini ancora più vasti. Non bisogna poi dimenticare che i depositi carboniferi non sono costituiti di solo carbone; questo anzi spesso manca ed è alternato o sostituito da svariatissimi strati, fra cui frequentemente vi sono dolomie, depositi con coralli ed altri fossili che escludono l'ipotesi di una origine per trasporto.
      L'ipotesi dello spostamento dell'equatore terrestre, che sembra venga senz'altro accettata sia dal geologo che dall'astronomo, potrebbe dare effettivamente una soddisfacente spiegazione dei giacimenti carboniferi nelle regioni polari e forse anche dell'epoca glaciale.


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Lo spirito dell'universo
di Olinto De Pretto
Bocca Torino
1921 pagine 268

   





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