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      ... E quando, smarrito, incapace di resistervi più, egli tentava di soffocare il grido che stava per rompergli dal petto, bisognava ancora fargli perdere quel resto di ragione, bisognava ubriacarlo con l'assenzio della speranza, come la spia ubriaca il colpevole per strappargli la confessione del delitto!...
      Ma che colpa ho io commesso? Perchè infliggermi questo gastigo? Che cosa ho io fatto a voi, od ai vostri?... Dicono che la gelosia sia un orribile tentatore, un truce consigliere; no, non lo credete! dite a tutti che non è vero! Ecco: il rispetto tremante, l'angoscia paurosa che io provo dinanzi a voi, si ridestano in me, sempre, alla presenza dell'uomo che voi amate. Ah! il sorriso di Dio si è posato su di lui! Scorgerlo da lontano mi fa battere il cuore! Io vorrei baciare la traccia dei suoi passi! Non lo sapete? Io l'ho difeso, a rischio di qualcosa di più della mia vita - a rischio del mio onore - quando un pericolo lo ha minacciato! Io, io stesso, l'ho ricondotto a voi, una volta che egli stava per isfuggirvi, ve ne ricordate?... Io vorrei soltanto spaccare il suo petto, strappargli il cuore dal petto, rompere il suo cuore, per farvi vedere, disgraziata, che mai! mai! mai! egli vi ha portata nel cuore!... Io vorrei soltanto scavare i suoi occhi, squarciare il suo cervello, per vedere che cosa nei suoi sguardi, che cosa nelle sue parole vi ha parlato per lui!...
      E voi credete di conoscere l'amore? Oh, povera ignorante, che cosa ne sapete voi? Che cosa sapete dei ruggiti feroci che finiscono in pianto? dei mortali languori che sono un tripudio immortale? dell'ora che comprende la Eternità? delle parole che sono baci, dei baci che sono marchi roventi, del tormento che è delizia ineffabile?


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Dio Eternità