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      Di resistere ancora io non mi sento la forza. Ho finalmente bisogno di oscurità e di silenzio. Ma ora, quando l'istante non è più lontano, ascoltami: io voglio dirti l'ultima mia parola, la parola che ti accompagnerà dovunque, la parola che tu più non scorderai. Se il voto di un morente val pure qualcosa, per la gioia che mi hai dato, per il male che mi hai fatto, ora e sempre, sii benedetta.
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      II.
     
      - Vedete? - disse l'ingegnere Ferrieri al suo giovane amico Paolo Dinolfi, appena questi ebbe finito di leggere. - Vi sono anche dei documenti umani che depongono per l'esaltazione, per il lirismo, per l'idealità, per tutto ciò che voi fate presto a negare quando avete esclamato: rettorica!
      - Permetta, - interruppe il Dinolfi, ripiegando con cura il manoscritto e posandolo sul tavolo. - Io non ho negata la rettorica; ho detto soltanto che la rettorica non è la verità!
      - Oh, bene! E se noi cominciassimo a intenderci sul significato dei vocaboli? La verità! Quale verità? Vi è una verità reale, e ve n'è una ideale.... A vostra volta voi mi domanderete di spiegarvi queste altre grosse parole. È semplicissimo; io non uscirò dai limiti dell'etimologia. Reale è il mondo delle cose, ideale è il mondo delle idee. Ora una idea, un sentimento, un fatto psichico è nel vero allo stesso titolo di una cosa, di un avvenimento, di un fatto fisico. Una concezione spirituale esiste con lo stesso diritto di un oggetto materiale; si potrebbe anche dire: con un diritto più legittimo - poichè il mondo esteriore non ci si rivela che per via di imagini interne.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





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