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      Se ella doveva dimenticarlo, come aveva dimenticato quegli altri? Se avesse avuto ragione quell'odioso cavaliere di Sammartino, che ora si dava l'aria di aver rotto con lei?...
      - No, non ti amo, perchè tu sei incapace di amore! No, non ti amo, perchè io non voglio il rifiuto - e la voce di Andrea aveva preso un accento di profondo disprezzo - perchè io non voglio il rifiuto degli altri!
      - Ah!
      Ella gridava dallo spasimo, si torceva le braccia, si mordeva le dita. Accanto alla finestra, gualcendo le tendine con mano nervosa, egli stette un istante a guardarla.
      Repentinamente, le fu vicino, gridando;
      - Basta!... basta!... Sono un pazzo!... Non mi dare ascolto!... Non si ascoltano i pazzi!...
      - No, che non basta!... Scostati!... Tu devi ora ascoltarmi!... Tu devi sapere tutta la mia vita! Tu non devi.... tu non hai il diritto di spezzarmi il cuore!....
      E scoppiò in singhiozzi, disperatamente.
      - Costanza, non piangere! Per pietà, non piangere, se non vuoi veder piangere me! Ti ho detto delle cose cattive? Ma è perchè ti amo, non lo vedi? perchè ti amo oggi più di ieri, perchè ti amerò domani più di oggi!... Andiamo, Costanza, basta!... La tua vita, io non voglio, non posso saperla. Che cosa mi apprenderesti? Che hai sofferto? Ma le tue sofferenze bisogna invece dimenticarle; io ci sono per questo!...
      - Ah, che male!... che male mi hai fatto!... - e le sue parole erano rotte dai singhiozzi che ancora la scuotevano tutta.
      - Perdono! perdono! Io ti credo, io ho fiducia in te! Non si mentisce, con quegli sguardi!


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Sammartino Andrea Costanza