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      VI.
     
      Un giorno, come egli entrava a Villa Valdonica e cercava di vedere se ella fosse sotto gli eucaliptus, dove soleva aspettarlo, se la vide a un tratto dinanzi. In un leggerissimo abito chiaro guarnito di nastri azzurri e dalle maniche aperte che lasciavano vedere le belle braccia nude, ella aveva un'aria tutta gioconda.
      - Vedi questa? È la chiave del mio archivio che oggi ho messo finalmente in ordine. Vieni con me....
      Tutto il piccolo armadio della stanza da letto era stato dedicato a lui; le sue lettere erano riunite in piccoli fasci annodati con nastri rosei, i suoi fiori erano racchiusi in un sacchetto di raso bianco, e i libri, i giornali, la carta con le loro cifre intrecciate, gli altri minuti oggetti che egli le aveva regalati erano tutti disposti in bell'ordine nelle cassette odorose.
      Chino dinanzi il piccolo mobile, egli le baciava la mano, sul dorso, sulla palma, lungamente, mormorando dolci parole per esprimerle la gratitudine di cui era pieno.
      - Guarda quante lettere, in due mesi appena! - disse ella prendendo uno dei fasci. - Addirittura un epistolario!
      Andrea lasciò cadere quella mano che aveva tenuta fra le sue. Come una nebbia di tristezza gli aveva velato la fronte.
      - Set già pentito di avermele scritte?
      Egli tentava d'allontanar l'improvvisa visione, ma essa persisteva: tutte le altre lettere che ella aveva ricevute, che aveva disposte con identica cura, che aveva mostrate, com'ora....
      - Andrea!...
      Con voce bassa, le chiese:
      - Quante altre ne conservi?
      Ella fece con le labbra un piccolo movimento di disdegno.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Villa Valdonica