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      - Oh!
      La baronessa ebbe un istante di esitazione. Poi, risolutamente, si avvicinò ad Andrea.
      - Andrea!... Perchè mi dici delle cose tanto cattive? Che cosa ho fatto perchè tu dubiti ancora di me? Guardami in viso: sono capace di mentirti, di nasconderti qualche cosa?...
      Guardandola fissamente, gli occhi gli si inumidirono.
      - No, no.... ti credo!... Ma se sapessi di che tristezza mi si gonfia il cuore, quando io penso al tuo passato! Come vorrei cancellarlo! Come avrei voluto conoscerti quindici anni più presto, quando tu non eri ancora entrata nella vita! Come avrei saputo farla lieta e felice a quella vergine adorata! Come tutto avrebbe dovuto sorriderti attorno!...
      Egli reclinava la testa sul seno di lei, aspirandone avidamente il profumo.
      - Lo so, lo so, come mi avresti amata! Come ora, bambino! E il passato non è sepolto, scordato per sempre?
      - Per sempre?
      - Ne dubiti ancora?
      - Giuralo....
      La baronessa si rizzò in piedi, guardandolo fisso.
      - Te lo giuro!...
      Anch'egli s'era levato, facendosele vicino, vicino da sfiorarle la fronte con la sua, scottante e imperlata di sudore.
      - Giuralo per la memoria dei tuoi morti!
      - Andrea!... Lo giuro!
      Egli portò le mani alla faccia, quasi per soffocare le proprie parole:
      - Ebbene, no! non ti credo!...
      Un'espressione di grande serietà si dipinse in volto alla baronessa. Pallida, muta, ella uscì dalla stanza.
      Andrea non fece un passo per trattenerla. Si sentiva soffocare. Quelle parole gli avevano bruciato la gola. Non sapeva ancora come aveva fatto a pronunziarle.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Andrea