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      - Che cosa è stato?
      - Una buona notizia. I miei debitori si mettono in regola, riavrò tutto il mio; nulla mi trattiene più a Napoli. Costanza, Costanza, sono libero! Andremo via, lontano, nei paesi più belli, od anche nei brutti; che cosa importerà per noi!...
      - Non è vero?
      In quel momento la musica incominciava il Wiener blut; i suoni giocondi volavano per l'aria, mettevano un tripudio tutt'intorno. Cogli occhi socchiusi, assorta in un sogno di felicità, la baronessa faceva oscillare lievemente la testa, in cadenza col ritmo della danza.
      Egli mormorò a bassa voce:
      - Costanza, ti amo!
      La baronessa portò le mani al cuore.
      - È possibile? Mi par di sognare! dopo la tempesta di ieri!...
      - Perchè ricordarla?
      - A proposito: e quella risposta? Che cosa bisogna fare delle lettere rimaste sotto il divano?
      - Bruciarle!... A domani, dunque.... - E scostandosi d'un passo, col cappello abbassato, a voce più forte; - Signora baronessa, faccia una buona passeggiata!
      Lentamente, la carrozza si allontanò. Il duca di Majoli e il Giussi si avvicinarono. Andrea Ludovisi si mise in mezzo agli amici, e terminando di abbottonare il suo guanto:
      - Ora - disse - andiamo a vedere le armi.
     
     
      VIII.
     
      Benchè fossero appena le undici, la baronessa di Fastalia, passeggiando dalla stanza da letto al salottino, andava a guardare ogni momento l'orologio. Prima del tocco, Andrea Ludovisi non sarebbe certamente venuto, e come erano lunghe, come erano eterne quelle ore d'attesa! Ella presentiva che da quel colloquio sarebbe dipesa la sua felicità avvenire.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





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