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      Si era appena seduta che il campanello elettrico squillò.
      - Andrea!
      Come non aveva previsto che quel giorno egli sarebbe venuto più presto? Come era stata sciocca di non correre più presto in giardino, per aspettarlo sotto gli eucaliptus? Rapidamente, ella passò nell'anticamera. Il cameriere si avanzava in quel momento.
      - Il signor duca di Majoli....
      - Avete detto?...
      - Il signor duca di Majoli insiste per essere ricevuto un istante dalla signora baronessa.
      - Fate dunque entrare....
      Non era lui!... Che cosa avrebbe potuto volere, a quell'ora, il duca di Majoli?... Quantunque fosse una delle pochissime persone che ella vedeva meno malvolentieri dacchè amava Andrea Ludovisi, pure in quel momento quella visita la contrariava; Andrea poteva apparire da un momento all'altro....
      - Signora baronessa... mi voglia perdonare....
      Il duca era molto pallido in viso e la sua mano tremava un poco nel reggere il cappello.
      - Duca!... Che cos'ha?
      - Sono davvero imperdonabile... di presentarmi a quest'ora... ma io vengo da parte... di Andrea Ludovisi....
      - Andrea? Avete detto?... Ma che cosa avete? Perchè evitate di guardarmi?
      - Oh nulla... assolutamente! Dovevo dirle soltanto che Andrea... desidera vederla...
      - Vedermi? Come vedermi? Se io l'aspetto qui... cioè.... O duca, per l'amor di Dio, che cosa è successo?...
      - Suvvia, val meglio dirle la verità, che non ha nulla di allarmante. Andrea si è battuto....
      La baronessa, scomposta in volto, aveva portato le mani ai capelli.
      - Signore Iddio!... Ed è ferito?...
      - Oh!... una cosa da nulla.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





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