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      - Duca, in nome di Dio! ve lo domando in ginocchio! ditemi la verità; non mi fate impazzire!...
      - Ma se le dico, nulla!... Una scalfittura alla spalla, senza nessuna importanza....
      - Oh mio Dio!... E dove?... Con chi?... Avete almeno una carrozza?...
      - È qui abbasso.
      In un attimo, la baronessa corse a gettarsi uno scialle addosso; tornò rapidamente balbettando confuse parole dall'ansia, dal turbamento, ed uscì a braccio del duca, che la sentiva tremare da capo a piedi. La carrozza partì di corsa.
      - E con chi? Non me lo avete ancor detto....
      - Con Sammartino.
      - Un'altra volta!
      Una crisi di dolore la abbattè. Ella lacerava il fazzoletto, si infiggeva le unghie sulla testa, si torceva le mani, soffocando le grida che le salivano alle labbra.
      - E non prevederlo, iersera!... Non prevederlo!... Disgraziata, la colpa è mia!...
      Poi, repentinamente, afferrando il braccio al duca di Majoli, fissandolo cogli occhi atterriti:
      - Ma è moribondo... dite la verità! Non mi avreste chiamato se non fosse una ferita mortale!...
      E prima ancora d'aver ottenuto risposta, acquistata quella certezza, ruppe in un singhiozzo lacerante.
      Il duca le aveva presa una mano, tenendola stretta fra le sue. Una parola gli saliva alle labbra, convulsamente: "Povera!... povera!..." con un impetuoso bisogno di mescere le proprie lacrime a quelle di lei; ma uno sforzo violento, un irrigidimento di tutti i nervi ricacciava indietro la parola ed il pianto.
      - Fa presto!... Più presto!... - ordinava al cocchiere, sporgendo automaticamente il capo dallo sportello; ma avrebbe voluto piuttosto gridargli: "Torna indietro!


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





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