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      ... Torna a casa!..." per evitare ai due disgraziati una crisi mortale.... Così dunque finiva l'illusione della gioia; era quello il terribile risveglio: quello spasimo, quell'agonia!
      La carrozza correva, correva per le vie popolose; delle grida echeggiavano, le cornette dei tram squillavano di tratto in tratto, e il sole splendeva nel cielo giocondo. «Sferza!... Più presto!...» Ma per fuggire lontano, per fuggire sempre, per mettere di mezzo lo spazio ed il tempo, per apprestare i grandi, i soli rimedii: la lontananza, la stanchezza, l'oblio....
      Al cancello, Vittorio Giussi aspettava. La baronessa gli corse incontro, con le braccia tese, interrogando con lo sguardo.
      - Si faccia animo!... Non sarà nulla!...
      - Ah!
      E la donna si slanciò avanti, di corsa. I due amici la raggiunsero, cercando di trattenerla. Ella si svincolò e passò ancora innanzi. Ma nella sala, il dottore l'arrestò.
      - Signora, sia prudente; rinunzii a vederlo, per ora....
      - È morto!...
      - Ma no, ma no; morirà se non gli si risparmia un'emozione. L'abbiamo chiamata per farlo contento; ma sta a lei ad esser prudente, a rinunziare....
      Ad un tratto s'intese una voce debole, ma chiara, che chiamava:
      - Costanza!
      Ella si precipitò nella stanza.
      Pallidissimo, come di cera, col busto sorretto da un monte di origlieri, la camicia squarciata e sanguinosa che lasciava vedere una larga fasciatura, le braccia abbandonate da una parte e dall'altra, Andrea Ludovisi ripetè, più debolmente:
      - Costanza!
      Ella era caduta in ginocchio accanto al letto, aveva presa la sua mano fredda e sbiancata, stringendola fra le sue, coprendola di baci fra i singhiozzi che le spezzavano le parole.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Vittorio Giussi Andrea Ludovisi