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      - Povera Costanza! - esclamò Andrea, rivolgendole uno sguardo di compassione profonda.
      - Oh, sì, povera, povera tanto! Quante amarezze, quante umiliazioni! Quanta codardia in tutti questi uomini che ci circondano!... Tu solo, tu solo sei nobile e generoso, tu solo mi hai amata....
      - È vero?
      Strettamente abbracciati, gli occhi negli occhi, pareva che essi volessero trasfondere le anime in quello sguardo supremo.
      - Sì, è vero: tu solo! Tu, che hai avuto paura di confessarmi l'amor tuo! Tu, che mi hai rispettata prima di amarmi! Tu, che hai esposto la tua vita per me! Tu, che sei stato geloso dei miei pensieri e dei miei ricordi! Tu, che non hai mai voluto conoscerli!...
      - Ancora!... ancora!...
      - Tu, Andrea, che mi hai fatto rinascere; tu, che mi hai fatto credere a tutte quelle cose di cui avevo disperato, alla bontà, alla sincerità, alla fede, all'amore.... No, io non sono mai stata amata così! Non sono stata amata niente! Non lo sai? Mio marito mi ha lasciata otto giorni dopo il nostro matrimonio! Mi ha presa per la mia fortuna, che ha rovinata a metà! Mi hanno data a lui, perchè ero di peso in casa, e perchè aveva un nome! Ed ho subito gl'insulti più atroci, le vergogne più innominabili. Allora, capisci, io non ero corazzata d'acciaio contro le seduzioni... Feci....
      - Costanza!... te ne scongiuro!...
      - Zitto, bambino! Lascia fare a me. - E riprese, rapidamente: - Feci... come molte altre. Credetti d'avere incontrata la felicità; credetti - hai capito? - Fu una tregua soltanto. L'amore di.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Costanza Andrea Andrea