Pagina (107/229)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      ... Il 20 maggio!...
     
      Era de maggio e te cadeano 'nzinoA schiocche a schiocche le cerase rosse....
     
      Le rosse, le dolci, le fresche ciriegie erano le sue labbra....
      Il maestro Albani si era alzato, di scatto, guardando fisso dinanzi a sč, con un tremito in tutta la persona.
      - Eccola lė, la simpatia, la leggiadria, la fantasia, la frenesia!... il sogno fatto persona!... l'ideale conseguito!... Come l'amavo? Come č impossibile dire!... L'arte? mia moglie? i miei figli? l'avvenire? Dimenticato tutto, tutto! I pensieri di ogni istante, i sogni di tutte le notti, erano per lei, per lei salute e morte mia! Le parole d'amore che non avevo detto a nessuna, i baci d'amore che non avevo dato, i tesori d'amore che avevo accumulato cupidamente in fondo all'anima, io volevo spenderli per lei, tutti in una volta, con la pazza prodigalitā dell'avaro che guarisce del suo vizio! Io volevo darle tutto il mio sangue! confondere la mia vita nella sua! inabissare eternamente il mio essere nel suo!... O miseria! miseria!... Io dimenticavo di essere un uomo, una creatura materiale soggetta alle miserabili leggi della materia.... La mia fibra s'infiacchiva, la mia mente cominciava a smarrirsi, i miei ricordi a confondersi; io ero malato, malato di lei.... Mia moglie era messa a piangere in un cantuccio; io la lasciavo, per andarla a trovare.... Il mio bambino agonizzava; io lo lasciai per seguirla ancora.... A misura che il mio male cresceva, pių imperioso si faceva il bisogno di lei.... Che cosa avrei fatto della salute, io che volevo annientarmi stringendola al mio petto, bevendo il suo profumo, suggendo il miele delle sue labbra?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Albani