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      Poi, per gastigo, si derideva, si faceva beffe di sč stessa per tanto almanaccare sopra una semplice presentazione, sopra un avvenimento comunissimo, come ne ricordava mille altri.
      - Verrą?... Non verrą?...
      Intanto, ella era venuta in campagna senza pensare alla sua toletta; non aveva portato nulla: nč una veste da camera, nč un abito da visita; nč un gioiello, nč una boccettina di profumi! Nulla, proprio nulla, altro che quel miserabile vestitino grigio!... A poco a poco, la sua passeggiata, o meglio la sua corsa per la terrazza s'era rallentata. Ella avanzava ora con le mani dietro la schiena e la testa un po' china. A un tratto rientrņ, e seduta al suo tavolino cominciņ a scrivere sopra un foglio di carta la lista degli oggetti che le occorrevano. Interrompendosi di tanto in tanto, ella guardava per aria rodendo la punta del suo portapenne e mormorando:
      - Verrą?... Non verrą?...
     
     
      IV.
     
      Giunto in vista della villa, Guido Olderico moderņ la corsa del suo cavallo. Da lontano, posta alle falde della collinetta arrotondata come un'enorme mammella, circondata da un boschetto di pini e di castagni, la villa della duchessa aveva un aspetto assai pittoresco coi suoi padiglioni, le sue torricelle e i suoi tetti acuminati.
      Intanto che il cavallo si avanzava al passo, scalpitando e mordendo il freno, l'Olderico cercava di sorprendere, nella fisonomia dei luoghi, qualche segno rivelatore dell'accoglienza che gli era riserbata. Senza esser fatuo, sapeva che non poteva venir considerato come il primo venuto; pure egli non era senza una certa inquietudine.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Guido Olderico Olderico