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      Egli è che la contessa di Bauern, la gentile creatura così rapidamente sparita, riuniva tutte le condizioni per rendere felice un uomo - se la felicità è possibile. Bellezza, grazia, cultura, nobiltà di nascita e di sentimenti, austerità di costumi; ella aveva tutto; ed io non so se un nuovo Pigmalione, foggiandosi da sè un essere destinato a dividere la propria vita, avrebbe potuto farlo più perfetto. Per ogni dove, il conte di Bauern era guardato con un sentimento di invidia, che la possessione di un tale tesoro destava, ma che - pur troppo! - doveva presto mutarsi in pietà, quando il rapido estinguersi di quell'esistenza venne in certa guisa a dimostrare come essa non fosse fatta per questa terra....
      - Ecco, ecco il marchese! - interruppe il Monterani.
      S'intese infatti il rotolare di un legno che venne anch'esso a fermarsi dinanzi alla casa in costruzione. Erano tre le carrozze stazionanti ora lì vicino, circondate da alcuni curiosi che domandavano notizie ai cocchieri.
      - Dicevo dunque - riprese il raccontatore - che vedendo per la prima volta al Circolo il vedovo conte, non potei esimermi da un movimento di curiosità. Senza essere molto intimo con lui, lo conoscevo abbastanza. Al tempo della sua disgrazia, ero andato a lasciargli una carta - formalità che ha il grande vantaggio, come tutte le formalità, di dispensarvi da ogni altra cura; però, vedendolo al Circolo, notando la sua tristezza, la curiosa espressione dei suoi occhi nei quali si leggeva la ricerca della distrazione in lotta col bisogno di concentrarsi nel proprio dolore, credetti conveniente di avvicinarlo.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





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