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      Poi la passione fu più forte. Ella pareva non essersi accorta di nulla; mi accolse come l'avessi lasciata il giorno prima. Le repulse decise, una dichiarata ostilità non mi avrebbero fatto tanto male quanto quella incoscienza serena che offendeva la mia passione d'amante e la mia dignità di uomo... Mi allontanai ancora; poi tornai nuovamente a lei... Vado per le lunghe? Un giorno, era sola. Come mi lasciai trascinare dalla piena dell'affetto? Che cosa le dissi? Io ero stupito della mia eloquenza; le frasi mi sgorgavano dalle labbra facili, incalzanti, come in certi momenti di dormiveglia, quando ci sembra di parlare con la stessa facilità con cui si legge in un libro stampato... - Voi non credete all'amore? Che cosa bisogna fare per convenirvi? Come dimostrarvi di che miracoli l'amore è capace? Come provarvi che non ostante l'accumularsi del ghiaccio, tra i rigori iperborei, le fiamme d'un vulcano possono erompere?... - Io ero al suo fianco, vicino, molto; sentivo il suo profumo penetrante salirmi al cervello; la guardavo supplicante... Nulla!... Non importa!... presi la sua mano nelle mie mani scottanti... Ella la ritirò... Non importa!... non volevo che mi sfuggisse, contavo di vincerla... Ah!... quella mano che ella mi aveva tolto, ora me la porgeva!... Come? Come si fa l'elemosina ad un miserabile, ad un fastidioso miserabile che vi stia dattorno, inevitabilmente!... Nel suo sguardo, l'impassibilità del Dio... No! Tutto il mio orgoglio dimenticato, soffocato, calpestato per l'amore di quella donna, si ridestò gigante, irresistibile.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





Dio