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      No!.... Se io avessi preso quella mano, sarei stato probabilmente l'amante della signora Cabianchi. Quella mano, io non la presi....
      - Ah! Tu non l'amavi! - esclamò Fritz Eisenstein, picchiando sulla tavola e facendo col capo vivi segni di denegazione.
      - E poi, scusa - aggiunse Ludwig Kopfliche accendendo un'altra sigaretta - l'osservatore non deve aver tutte queste fisime pel capo! La ricerca del fatto, innanzi tutto. Sarebbe bella che il fisico non volesse curvarsi a guardare dentro il microscopio, col pretesto che l'uomo deve tener alta la fronte! Sarebbe ancora più bella che il fisiologo rinunziasse a provare l'efficacia d'un rimedio, per non aprire le viscere d'una creatura vivente!
      - Ah! eccomi giunto al mio secondo caso, - riprese Franz von Rödrich, dopo aver lasciato dire gli amici fissando le vaghe forme vaporose che si disegnavano all'orizzonte. - Una creatura vivente, e di che vita intensa, acuta e torturante! Voi non l'avete conosciuta. Il suo nome? Che cosa importa! Ella si chiamava la Leggiadria, la Grazia, l'Incanto. Nulla, in lei, di regolare e di previsto; il volgo la giudicava brutta. Ella era bella, della sovrumana bellezza consistente nell'espressione, nella simpatia, nell'anima rivelantesi dagli sguardi, dalla voce, dalla stessa attitudine di un corpo flessibile, ondulante, superbamente modellato. Dal primo giorno che la vidi, una dolcissima intimità si stabili fra di noi. Io non ricordo di aver mai scambiato con lei, fuorchè in presenza di altre persone, i luoghi comuni delle conversazioni quotidiane.


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Documenti umani
di Federico De Roberto
Treves Milano
1888 pagine 229

   





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