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      La compagnia dei giovani fa sempre bene agli spiriti solitari. Parecchi cercarono di rivederlo presso Antonio Ranieri, nome venerato e caro; ma la mia natura casalinga e solitaria mi teneva lontano da ogni conoscenza, e non vidi piú quell'uomo che avea lasciato un cosí profondo solco nell'anima mia.
      Conobbi in quel torno un tale Ambrogio C..., che si spacciava parente del marchese Puoti. Mi faceva cortesie e lodi, e io, facile all'abbandono, gli dicevo tutti i fatti miei, come si fa a vecchio amico: una facilità di cui mi sono pentito spesso. Mi fece visita, e gli mostrai una montagna di manoscritti miei. C'erano lí dentro compendi di libri filosofici e legali, e trattatelli scolastici, e quaderni di frasi e di sentenze e di pensieri e di proverbi, e i miei scritti giovanili, lettere, novelle, racconti, descrizioni, ritratti, fino la mia tragedia di sant'Alessio. Rimase stupito di quella ricchezza e di tanto lavoro; e mi chiese a imprestito tutta quella roba per potervi studiare a suo agio. Non seppi dir di no. Colui studiò, studiò e studia ancora, perché quei manoscritti non sono tornati piú, e di lui non ho avuto piú notizia. Cosí rimasi solo per davvero. Quei manoscritti erano stati i miei compagni nelle ore malinconiche. In casa non mi ci potea piú vedere, e già col pensiero dimoravo in compagnia del mio caro Enrico.
     
     
      Capitolo dodicesimoIL COLERA
     
      E ci voleva pure il colera! Questo ignoto e sinistro morbo, dopo di avere spaventato mezza Europa, piombò sopra Napoli come un flagello.


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La Giovinezza
Frammento autobiografico
di Francesco De Sanctis
pagine 249

   





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