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      Io, spaventato della mia temerità, m'ero fatto un po' indietro.
      Quel dí mangiai distratto. Zio Peppe scherzava sulla mia distrazione, e m'andava stuzzicando. Ma mi girava pel capo la mia bella del balconcino, e lo lasciavo dire e alzavo un tantino le spalle. Alle frutta mi levo in furia e in fretta, m'infilzo l'abito e mi calco il cappello. "Dove vai?" disse lui, guardandomi sospettoso. Quella sua guardata mi fece salire una fiamma sul volto. "Vado, - fec'io; - fra un par d'ore sarò qui". "Bene, t'aspetto. È la prima volta che ti vedo uscire a quest'ora e con questi calori. Bada, non sudare, e fai presto, ché vogliamo farci una bella passeggiata al fresco".
      Quando fui in istrada, m'incamminai frettoloso, ché mi pareva l'ora tarda, e feci, a quattro a quattro, le scale che menano alla Madonna dei Sette Dolori, e volsi a dritta e infilai la via di San Martino. Salgo e salgo; avevo il fiato grosso e mi fermai alla terza rampa, dove era un bel giardino, convegno di gente allegra che andava lí a fare baldoria. Mi si apriva innanzi la vista di mezza Napoli, case addossate a case, di mezzo a cui spiccavano cupole e campanili. Alzai il capo, e non mi parve mai cosí bello quel vivo, limpido azzurro del cielo. Mi ricordai che, nella mia adolescenza, di lí appunto avevo mirato, tra gran folla, uno dei primi palloni che in Napoli si fossero alzati a spettacolo, e la zia mi tirava per la mano e diceva: "Vedi, vedi il pallone, è lí"; e mi indicava col dito, e io ficcavo gli occhi tra le nuvole e non vedevo niente, e mi arrabbiavo, e zia diceva: "Cosa ci vuoi fare? sei miope". Era la prima volta che sentivo parlare della mia miopia.


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La Giovinezza
Frammento autobiografico
di Francesco De Sanctis
pagine 249

   





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