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      In questa guisa coordinavo insieme, sulla stessa base, grammatica, lingua e stile.
      Ma la cosa non si dee prendere nel suo valore assoluto. Essa va considerata per rispetto a quello o questo argomento. Perciò non comparisce nella sua totalità, ma in quelle sue parti che vi hanno relazione. A quel modo che un oggetto, situato cosí o cosí, mostra di sé alcuna parte, e le altre nasconde, anche la cosa dee avere la sua situazione, che determina il suo comparire, cioè il suo stile. La situazione era per me il punto capitale. Nell'esame degli autori avvezzai i giovani a cercare la situazione; e ne venivano osservazioni nuove e acute su' loro pregi e su' loro difetti. Anche nell'esame dei componimenti i giovani si avvezzarono per prima cosa a determinare la situazione. Questo punto di partenza, ch'io chiamavo la base, fu un gran progresso per me e per loro. Ma la cosa non si doveva considerare in una maniera isolata. La cosa vive nello spazio e nel tempo, che formano la sua atmosfera, pigliando modo e colore da questo o quel secolo, da questa o quella società. Questi elementi avevano una grande importanza nella determinazione dello stile. Esprimere la cosa nella sua verità, questo era lo stile. Chiamavo stile falso quello che non era conforme alla cosa, nella sua situazione e nei suoi elementi.
      L'uomo dee pur entrare nello stile, ma di modo che non aggiunga niente che sia estraneo alla cosa; altrimenti è una espressione traditora. Dicevo che il grande scrittore oblia sé nella cosa, risecando da sé tutto quello che è fuor di lei.


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La Giovinezza
Frammento autobiografico
di Francesco De Sanctis
pagine 249