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      Qui è la moralità dello scrittore. Chi non ha fede in qualche cosa, può essere un buon giocoliere nel maneggio della rettorica, non sarà mai uno scrittore. Il liscio nella forma e la superficialità nelle cose sono i due piú gravi indizi di decadenza nazionale. In Italia l'espressione piú piccante di questa decadenza fu il seicentismo prima, e l'Arcadia poi, e dell'uno e dell'altro rimangono ancora oggi i vestigi anche nei nostri migliori, come io mostrai in parecchi scrittori, anche in Pietro Giordani, tenuto allora principe dell'arte, il cui stile io qualificai accademico. L'originalità è il risultato di quelle due qualità dell'intelletto. Lo spirito ha un suo orizzonte proprio, nel quale colloca le cose divenute sua proprietà, e partecipa a quelle l'impronta sua e dei tempo. Questa è l'originalità nelle cose e nelle forme. I grandi ingegni sono come le aquile, hanno la guardatura dall'alto e da lontano. L'umanità, dopo analisi secolari, giunge a questa guardatura aquilina, per ricominciare poi il lento lavorío analitico. La storia dell'umanità si ripete negl'individui, che solo dopo le pazienti analisi salgono alle sintesi serie e reali. La sintesi è la cosa guardata non nelle sue particolarità, ma nel suo tutto e nelle relazioni con le altre cose: relazioni di somiglianza, di differenza e di contrasto.
      Le cosí dette figure rettoriche, cosí come i tropi, non sono che l'espressione di queste relazioni, e hanno in esse la loro verità. Venni all'esame di queste figure, e le ridussi in categorie, secondo le relazioni che esprimono, guardando dal di dentro al di fuori, come avevo fatto con le forme grammaticali, con la lingua e con lo stile.


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La Giovinezza
Frammento autobiografico
di Francesco De Sanctis
pagine 249

   





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