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      È lo spirito nuovo, che accoglie in sé gli elementi vecchi, ma trasformandoli, assimilandoli a sé, e in quel lavoro trasforma anche se stesso, si realizza ancora più. Questo è il senso del gran movimento uscito dalla reazione del secolo XIX, di una reazione mutata subito in conciliazione. E la sua forma politica è la Monarchia per la grazia di Dio e per la volontà del popolo.
      La base teorica di questa conciliazione è un nuovo concetto della verità, rappresentata come un divenire ideale, cioè a dire secondo le leggi dell'intelligenza o dello spirito. Il corso ideale non fu più soprapposto alla storia, ma fu uno con quella, ciò che Vico avea detto conversione del vero col certo. Il qual concetto da una parte ridonava a' fatti una importanza che era loro contrastata da Cartesio in qua, li allogava, li legittimava, dava a quelli un significato e uno scopo, creava la filosofia della storia; d'altra parte realizzava il divino, togliendolo alle astrattezze mistiche del soprannaturale e umanizzandolo. Il concetto adunque era in fondo radicalmente rivoluzionario, in opposizione ricisa col Medio Evo e lo scolasticismo, quantunque apparisse una reazione a ciò che troppo esclusivo e assoluto era nel secolo XVIII. Sicché quel movimento in apparenza reazionario doveva condurre a un nuovo sviluppo della rivoluzione su di una base più solida e razionale.
      Il primo periodo del movimento fu detto romantico in opposizione al classicismo. Ebbe per contenuto il Cristianesimo e il Medio Evo, come le vere fonti della vita moderna, il suo tempo eroico, mitico e poetico.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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