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      Perciò propedeutico alla sua tragedia è uno studio diretto e personale del periodo storico a cui quella si riferisce; e non si contenta di pigliare la storia nelle tradizioni e nelle opinioni ricevute, ma fa lui nuove ricerche sopra fonti primitive giungendo a nuove conclusioni. Prima che si manifesti il poeta, c'è lo storico originale, paziente e compiuto nelle indagini, acuto ne' giudizii, stringente nella polemica, con molto spirito, con molto buon senso, come si rileva ne' Discorsi storici che accompagnano le sue tragedie, scritti con un brio e una naturalezza, con una precisione e un andamento analitico che nel più schietto stampo italiano ricordano i modelli più stimati della prosa francese.
      Quando di mezzo a' suoi studii storici gli esce una conclusione nuova e interessante, ecco comparisce il poeta, eccogli innanzi l'idea e la materia della tragedia storica. La sua idea non è anteriore e superiore alla storia, come in Alfieri, ma è il risultato di ricerche serie e positive. La sua materia non è una costruzione intellettuale, subordinata a certi concetti e a certi tipi, ma è pura storia riprodotta con la più scrupolosa esattezza. Perciò, mutata la base, mutato è il meccanismo, o il «metodo», com'egli dice, e ne segue una tragedia che è proprio il contrapposto della tragedia alfieriana. La composizione non è un nesso logico di fatti convergenti alla rappresentazione di un ideale, ma è la successione degli avvenimenti, come te la dà la storia, successione non pedantescamente cronologica sì che l'insieme sia un tessuto di scene scucite e accozzate insieme arbitrariamente, e senza alcuna ragione intrinseca, come sosteneva Zaiotti, il Castelvetro di quel tempo, ma ordinata con una misura o proporzione interiore, che induceva il poeta a pigliarsi certe «licenze», come egli le chiama.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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