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      La sua tragedia comincia quando scoppia la lotta tra il Senato e il Carmagnola, non potendo essere questa tragedia che la rappresentazione della lotta. Nasce ciò che in linguaggio drammatico dicesi «collisione», il conflitto, forze opposte a forze. Il Conte è appoggiato sul suo esercito: la moglie e la figlia non dovrebbero rimanere oziose e comparire solo in ultimo a piangere, dovrebbero operare anche loro; anche il popolo dovrebbe prender parte pel Conte contro quell'oligarchia sospettosa che dicevasi Senato. Da una parte dunque, il Conte, col popolo, l'esercito, la sua famiglia; dall'altra il Senato e tutti gli elementi governativi: ecco già materia sufficiente per cinque atti. E Chauvet aggiunge:--Dovrebbe avvenire che il Conte, vicino a schiacciare il Senato, tutt'a un tratto si arrestasse trattenuto dal sentimento dell'onore e dalla fedeltà alla parola data. Nascerebbe la collisione al di dentro di lui, e mentr'egli esita e delibera, il Senato lo fa arrestare e condannare--.Questo è il disegno del classico Chauvet. Come si vede, neppure il 1815 era riuscito a quadrargli la testa. La sua tragedia è un misto di colpi di Stato, colpi democratici, e colpi melodrammatici.
      Manzoni nella sua celebre lettera in risposta al critico confuta il disegno con osservazioni giuste, che meglio chiariscono le sue idee poetiche.--È bene immaginato, egli dice, ma non ha nulla che fare con la storia. A quei tempi popolo non c'era, popolo consapevole di sé, tale da poter gettare il suo peso nella bilancia.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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