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      --Tu non avevi patria--; questa voce dovrebbe sentirsi come alito in tutta l'azione. E se nel petto del poeta, nota Klein, ardesse il sacro foco del patriottismo, questa voce non mancherebbe, avremmo la tragedia nazionale e patriottica, e non già solo un Coro patriottico1. Ma pure volendo riabilitare il Carmagnola, potrebbe la catastrofe avere questo significato, che l'eroe morisse capro espiatorio delle colpe de' capitani di ventura; egli è il meno reo, pure paga per tutti, come Luigi XVI, il men cattivo de' Re, espiò con la sua testa le colpe de' suoi antenati. Questo pensiero balenò innanzi al poeta quando scrisse:
     
      E venduto ad un duce venduto
      Con lui pugna e non chiede il perché.
     
      Ma rimane voce isolata e non penetra nella trama, non diviene l'idea, il senso della tragedia.
      Manzoni rispose a Chauvet:--Bene immaginato; ma questo non è la storia--. E qui potrebbe rispondere il simile.--Fo una tragedia storica. E se volete giudicarmi, lasciate star la tragedia delle vostre arti poetiche e delle vostre estetiche; esaminate la tragedia mia, quale io l'ho concepita, ne' miei limiti e ne' miei intendimenti. Un mondo morale c'è, non quale io ce l'ho messo, ma quale io ce l'ho trovato. Non è il mondo mio, è il mondo dei miei personaggi. Non ho voluto riabilitar nessuno. Non ho voluto rifare la coscienza a nessuno, non sostituir me alla storia--.
      Fatto è che Manzoni non rimane in questo realismo storico. Il suo buon senso gli dice che con questo solo la storia c'è, ma non c'è ancora l'arte, non c'è la tragedia.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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