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      Secondo che vai avanti, le impressioni si staccano dalle cose, e si fanno sempre più vive, insino a che nell'ultimo l'Autore, quasi voglia godere dello spettacolo, se ne stacca e si fa a guardarlo, e ti dà la sua impressione estetica.
      E come nelle descrizioni, così nelle narrazioni. Vedi la stessa minuta cura di ogni particolare storico, quasi l'Autore copii modelli che abbia innanzi vestiti e atteggiati così e così. Tutto il secolo ti sfila avanti nelle sue abitudini e attitudini, nelle sue opinioni, nelle sue tendenze, nelle sue classi, nelle sue violenze e nelle sue codardie, nelle sue forze le più grossolane e appariscenti e le più occulte e delicate, e in tutte le gradazioni e variazioni, dal più umile villaggio sino alla superba capitale. Trovi già nel villaggio il secolo nel suo spirito e ne' suoi elementi; il nobile soperchiatore col suo castello e co' suoi bravi; il borghese con la sua mezza coltura, istrumento corrotto e basso di quello, com'è il dottore, il console, il podestà; il popolino sotto la doppia servitù incolto, credulo, tutto quasi ancora natura, come Renzo, Lucia, Perpetua, o già attratto e parte assimilato in quell'atmosfera, imparatavi l'arte del saper vivere, come il curato e l'oste, e sino il monaco che va alla cerca, e sino anche un po' Agnese. Tutto comincia e finisce nel villaggio; pare non ci sia altro cielo, sia quello tutto il mondo; Milano è un nome grosso, come chi dica oggi America. Pure, assistendo all'orgia di don Rodrigo, tra quei discorsi e quelle dispute vedi come a traverso di un foro nuovi cieli, e pur gli stessi, vedi come in confuso e in immagine ridotta tutta la storia che segue.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





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