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      » che vi riapparirà nel dì dell'espiazione. Si può dire che queste famose vittorie sono in fondo gare di eloquenza e lotte di parole; che il movimento è di discorsi più che di azioni; che vi si odora un certo fare predicatorio e da panegirista; e che troppo vi si scopre un'intenzione propagandista apostolica, un bandire ad alta voce il proprio mondo morale nella maggior gravità e solennità degli avvenimenti. Tutto questo si può dire, e si può conchiudere che, come l'intenzione storica ha introdotto nel corpo stesso del racconto note e appendici e spiegazioni erudite, così l'intenzione etica-religiosa ha dato all'intonazione talora un accento e un'enfasi troppo oratoria e quasi da pulpito. Sono gli avanzi di un mondo intenzionale domato dall'arte, e pure qua e là resistente.
      Tal è questo doppio materiale del racconto, una storia ideale intessuta e immedesimata in una trama rigorosamente storica. Tale Manzoni l'ha concepito, tale lo ha armonizzato.
      E ciascuno vede quale sia la sua importanza. Innanzi tutto è nuovo e originale. La trama storica esclude qualsivoglia filo o colore di comuni repertorii. E il concetto, quantunque sia il vecchio concetto della poesia italiana, cioè il trionfo cristiano dello spirito sul senso, o della ragione sulle passioni, cantato in varie guise da Dante a Metastasio, pure qui riapparisce guardato da nuovi aspetti e in un ambiente tutto moderno. Lo spirito cristiano, purificato d'ogni sua esagerazione ascetica, dommatica, simbolica e liturgica, è qui avvicinato possibilmente a un puro umanismo etico e artistico, quale possono concepirlo e ammetterlo anche quelli che lo guardano e lo spiegano attraverso alla scienza.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420

   





Manzoni Dante Metastasio