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      Dico la base, perché se questo basta allo scienziato, non basta all'artista. Ci è il disegno, non ci è il colorito. Ma come il poeta s'interna nelle più minute latebre del suo argomento, scopre sempre lati nuovi, che stuzzicano più la sua curiosità e rinfrescano le sue impressioni. Scartando tutt'i luoghi comuni poetici e tutte le reminiscenze, esplorando tutto con osservazione diretta, gli brilla innanzi un mondo psicologico tutto nuovo, a cui il suo spirito non rimane indifferente, a cui anzi ha la più viva partecipazione. Perciò mentre tutto esprime con precisione ed esattezza di scienziato, in quell'espressione, non sai come, si mescolano e si fondono le sue impressioni, che la rendono animata e spiritosa. Dall'alto del suo osservatorio, sempre presente a sé, e non dominato, ma dominando, ciò che lo colpisce più è il contrasto tra quello che le cose sono e quello che paiono, velati gli occhi da ignoranza e da passione: ciò che dà alla sua espressione una leggiera tinta ironica, una forma, nella quale il reale vero si afferma di contro all'apparenza. Ma perché il mondo va così, e non può andare altrimenti, quell'ironia non è senza una cert'aria di benevolenza, essendoci nella più parte de' casi debolezze da compatire, perché debolezze della stessa natura umana. «Così va il mondo», nota il poeta, «o piuttosto così andava nel secolo decimosettimo»; correzione ironica piena di garbo, che fa ammettere ridendo il rimprovero e gli toglie ogni asprezza. Riserbando la sua indignazione per le singolarità vituperevoli di questo o quell'individuo, quando s'incontra in casi comuni e generalmente tollerati, l'universale tolleranza si rivela in quel carattere benevolo della sua ironia, come quando dice de' soldati in guarnigione che insegnavano la modestia alle fanciulle, e alleggerivano i contadini delle fatiche della vendemmia.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Primo) Alessandro Manzoni
di Francesco De Sanctis
pagine 420